giovedì 28 luglio 2011

Il profumo della felicità, happy family time e ricordi nella valigia

Eravamo piccole ai tempi della casa al mare.
Ogni estate era un rito, un'occasione per crescere insieme e gustare nuovamente il profumo della salsedine, del sole, dell'amicizia, della famiglia.
Si aspettava il mese di luglio, a volte la fine di giugno, per partire. I bagagli, pieni di vestiti, emozioni e ricordi da voler rivivere, avventure nuove da cercare, passeggiate non ancora fatte, sorrisi non ancora rivisti, braccia lontane che si avvicinano, occhi che si cercano, lacrime di gioia.
Le stanze si riempivano coi giorni: noi sorelle e nostra cugina, con papà e lo zio, il nonno e la zia, la mamma, e poi gli zii del nord.
E le voci festose riempivano gli spazi e le tavolate.
Era l'ora dei pasti, l'ora in cui la famiglia si riuniva, la più bella. Le donne di casa si sedevano, non più affaccendate dietro ai fornelli, noi bambine smettevamo di giocare, e gli uomini, beh gli uomini con gli occhi ebbri di gioia e di buon vino gustato in compagnia, prendevano posto mentre chiacchieravano.
Percorrendo i viali soleggiati, nelle ore che precedevano la siesta, si potevano ascoltare suoni piacevoli e festosi delle posate nei piatti, dei bambini che litigano, dei brindisi, delle risate insieme.
E i bicchieri di vino si riempivano e si svuotavano, e qualcuno stava lì per riempirli, aspettando di vedere colorare le guance del proprio vicino di posto.
Ancora risate, battute, bambini, posate, tovaglioli che volano via e tendoni che si gonfiano col vento.
Il vento in poppa, e tutte le vacanze davanti a noi. Ogni estate era un viaggio nel tempo passato e in quello futuro.
Ognuno aveva la sua stanza, ognuno il suo letto assegnato da tempi immemorabili, ognuno le proprie abitudini. Così capitava quello che qualcuno amasse chiacchierare nel letto, con l'aria fresca che percorreva i viali e arrivava alle finestre aperte, mentre qualcun altro russava, e il resto della famiglia cercava di dormire cullato dal concerto delle cicale in amore e dal rumore delle onde che giungeva delicato e costante.
Adesso la nostra casa al mare è deserta, disabitata, spettro di se stessa. La famiglia è cresciuta, qualcuno è già partito per il viaggio più lungo, qualcuno è tornato al nord e non trova più il tempo di tornare nel viale dello zio tom, ad aprire quelle finestre sul mare, a lasciarsi invadere dal profumo della salsedine e dei ricordi.
A Dieci, quindici anni di distanza da questi ricordi, mi è capitata l'occasione di rivivere quei momenti con una nuova famiglia, la mia famiglia acquisita, la famiglia di mio marito: grandi e piccoli ancora in attesa fervente di una giornata insieme al mare, in una bella casa, in un viale silenzioso.
Una tavolata come quelle della mia infanzia, coi bambini che giocavano sul prato e noi, adesso mamme, che cercavamo di convincerli a mangiare un boccone tra un salto e l'altro. Il buon vino e la buona cucina del nostro bel meridione allietavano le ore.
Di nuovo ho sentito il profumo della gioia misto a quello della salsedine, nei bambini che giocavano a rincorrersi ridendo di quel sorriso innocente che commuove e riempie la vita.

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